Il 28 Luglio 2021 / Convivio, Cultura, Siracusa, Terza Pagina
a cura di Mario Blancato
Antiquarium del Medioevo Sortinese
Il presente Articolo di Mario Lonero è stato pubblicato da Siracusa Press (che ringraziamo) nella rubrica Terza Pagina, il Convivio a cura del Prof. Mario Blancato, (che ringraziamo).
Qualche anno fa, quando ancora i navigatori sulle automobili e sui cellulari erano fantascienza, se qualcuno avesse chiesto informazioni cosa vedere a Sortino avrebbe ricevuto solo le indicazioni stradali per Pantalica. Oggi “I have a dream” ho un sogno, come ebbe a dire Martin Luther King, un mito degli anni ’60.
Se venite a Sortino oltre Pantalica e il Pizzolo, potete chiedere: “Quale museo posso visitare?” Ecco il sogno, il sortinese medio può dare diverse indicazioni: andate a visitare l’Antiquarium, il Museo dei Pupi, ‘A casa do fascitraru (Museo dell’apicoltura), il museo del Carretto Rio, tutte facenti parte dell’Associazione culturale Sistema Rete Museale Iblei E.T.S., inserito nell’Ecomuseo degli Iblei, riconosciuto dalla Regione Sicilia.
La rete Museale oggi è una radicata e solida realtà: è diretta da personalità valide ed efficienti, Paolino Uccello (Presidente) e Cetty Bruno (coordinatrice). Senza di loro, non ci sarebbe questa bellissima realtà.
Sortino ha nel proprio territorio una infinità di opere degne di essere ammirate: chiese barocche, conventi, palazzi, decine di necropoli oltre Pantalica superstar, la valle dell’Anapo, la Sortino medievale (diruta), e mi fermo perché abbiamo già ‘mbriacatu il nostro interlocutore che penserà “o mi prendono in giro o sono capitato nel paradiso terrestre”. Sto ancora sognando! Immaginiamo di accompagnare il nostro ospite percorrendo il corso Umberto I, strada principale di Sortino, in corrispondenza dell’ex convento dei carmelitani, di proprietà del Comune, vediamo una scalinata che porta ad una chiesa, recentemente restaurata e usata colpevolmente come deposito, che se opportunamente rimessa in sicurezza potrebbe diventare il contenitore culturale, di cui il paese ha tanto bisogno.
La chiesa adesso sconsacrata era dedicata alla Madonna del Carmine con attiguo convento dei padri Carmelitani, ricostruito dopo il terremoto del 1693. Nella vecchia Sortino si trovava nei pressi dell’edicola dell’Ecce Homo, crocevia importante per andare da Sortino diruta a Pantalica. Il convento ha avuto alterne vicissitudini fino alla soppressione degli ordini religiosi avvenuta con Regio Decreto-legge 7 luglio del 1866. Il convento è stato utilizzato per diversi scopi, da Pretura a sede della Opera Pia Gaetani, all’ufficio di Collocamento, a sede della Centrale Telefonica. Incontriamo Gioacchino Bruno, ideatore, promotore e factotum dell’idea portante dell’Antiquarium, ci ricorda che la struttura è nata per ospitare i reperti che da Sortino diruta venivano man mano recuperati. A fronte della presenza di questo deposito è stato possibile accedere ai finanziamenti europei nell’ambito del PIST n.12 Thapsos Megara – HyblonTukles coordinato dall’Agenzia di Sviluppo degli Iblei GAL Val d’Anapo, l’int. n. 3, hanno trovato la loro giusta collocazione diventando Antiquarium del medioevo sortinese.
Perché si è scelto questo nome, per la struttura museale di Sortino? Ci viene in aiuto proprio la definizione “è una struttura di tipo museale che sorge per via provvisoria in relazione a siti archeologici di una certa rilevanza. La loro funzione è transitoria, e permettono di ospitare i reperti più importanti rinvenuti sul posto e consentirne la fruibilità in attesa della loro definitiva catalogazione ed esposizione”.
In occasione del convegno, tenutosi a Sortino il 15-16 dicembre 2017, organizzato dal prof. M. Blancato, P. Militello, D. Palermo, R. Panvini, sotto il patrocinio del Comune, dell’UNICT, della Soprintendenza ai BB.CC. di Siracusa, sono stati esposti provvisoriamente presso l’Antiquarium i reperti di Pantalica. Dato che i tempi erano maturi per concretizzare l’operazione di rientro dei reperti, si è provveduto ad iniziare l’iter, ormai in dirittura d’arrivo, di poter ammirare una cospicua collezione di reperti attualmente nei depositi del Museo Paolo Orsi proveniente da Pantalica. Fra qualche mese sarà possibile godere della visione di questi reperti e finalmente, da ANTIQUARIUM, struttura provvisoria, si potrà parlare di “Museo Cittadino della comunità sortinese”.
Gioacchino Bruno, figura poliedrica che ha fatto diventare la sua passione missione, da quando ha iniziato una ricognizione meticolosa del territorio, annotando e fotografando i più piccoli sentieri che circondano Sortino, si è imbattuto nelle rovine dell’antica sede del paese. Consultando il più autorevole storico locale il parroco Andrea Gurciullo (1719 – 1803) e il quadro conservato nella sacrestia della chiesa di Santa Sofia, patrona Tutelare di Sortino, unica testimonianza del sito precedente il terremoto del 1693, visibile in copia al museo, Gioacchino come in una caccia al tesoro o un puzzle, ha mappato il territorio di Sortino. Con l’aiuto di volontari (SiciliAntica) e delle autorità preposte, in primis la Soprintendenza, il sogno, stavolta di Gioacchino, sta diventando realtà. Le sale, e gli oggetti esposti, tramite la sua voce, raccontano la vita dei sortinesi prima del terremoto. Inizialmente i reperti inventariati sono rimasti, “muti” in deposito presso questi locali solo adesso opportunamente musealizzati. I locali sono ulteriormente utilizzati per l’esposizione di una prestigiosa raccolta etnografica, frutto di anni di selezione ed acquisizione sul territorio ibleo prima dal padre Nunzio, dopo dal figlio e da gradite donazioni di sortinesi sensibili che hanno riconosciuto in Gioacchino il ruolo di custode della memoria sortinese. Egli ci guida nelle sale descrivendo il mondo contadino e artigianale di una comunità ricca di ingegno e operosa nelle manifestazioni, gli oggetti spesso toccano vette artistiche considerevoli.
Fare un giro per le sale del museo è come viaggiare nel tempo e nello spazio, Gioacchino riesce a coinvolgere il visitatore facendogli vedere a volo d’uccello con dei plastici, pregevolmente realizzati da lui, le gole di Pantalica, le bellezze delle cave della valle dell’Anapo, i caseggiati delle masserie fortificate entrando dentro come se fossero dei diorami. Le sale sono organizzate per temi, in alcune parti si risente della visione collezionistica tendente a meravigliare il visitatore, anche se la presenza dell’operatore fa evidenziare la funzione didattica delle collezioni. Si inizia con i plastici che riguardano il territorio, con particolare riferimento alla necropoli di Pantalica, il percorso delle sale tiene conto degli elementi che caratterizzano il territorio di Sortino, in primis la pietra. È un calcare tenero e resistente che dal neolitico ha condizionato l’abitante delle valli obbligandolo a scelte continue. Hanno inciso la roccia per farne tombe, i contadini hanno strappato lembi di terra per farne giardini, intagliatori che scavando tunnel e saie hanno portato l’acqua dove serviva fino al capoluogo siracusano. Intagliatori del legno che ricamano collari e bastoni per la pastorizia, massaie che preparano il pane nel forno a legna come quello riprodotto, o tessono nei telai pregevoli corredi per loro e le loro figlie. Tutto questo è testimoniato dai reperti esposti, che vi aspettano all’ANTIQUARIUM cittadino della comunità sortinese.
Mario Lonero