Gli Iblei

Il toponimo “Iblei” deriva dal nome del leggendario re di Pantalica, Hyblon che, nella tarda età del bronzo (XI – IX sec. a.C.), concesse ai coloni greci, provenienti da Megara, città dell’Eubea, il territorio dove fondarono l’antica polis di Megara Iblea. Tra i Comuni che insistono su questo territorio segnaliamo: Canicattini Bagni, Cassaro, Floridia, Palazzolo Acreide, Solarino e Sortino e siti naturalistici d’importanza internazionale, come la Riserva Naturale Orientata Valle dell’Anapo e quella di Cavagrande del Cassibile. La regione iblea, considerata dai geologi “Avampaese ibleo”, è la porzione marginale del continente africano più vicina a quello europeo.

L’altopiano è formato da rocce carbonatiche di origine marina e da rocce laviche presenti nella zona di Monte Lauro (986 m s.l.m.), un vulcano spento che rappresenta il rilievo più alto degli Iblei.
La regione è solcata da profonde incisioni nella roccia, veri e propri canyon, dove riaffiora una fitta rete di canali sotterranei. Tale ambiente ha favorito l’insediamento di gruppi umani attratti da un habitat sicuro, ricco d’acqua e di vegetazione, dando vita a importanti civiltà preistoriche e proto-storiche. I siti archeologici che rispecchiano le fasi evolutive della civiltà iblea sono: il sito archeologico di Castelluccio, risalente all’età del bronzo e il sito di Thapsos che mette in luce testimonianze di contaminazioni con le civiltà egee alla fine del XV secolo a.C.