LA NECROPOLI RUPESTRE DI PANTALICA
La fortezza naturale di Pantalica, con le sue cinquemila tombe millenarie e il paesaggio incantato, celebra la capacità dell’uomo di coniugare arte, tekné e natura. Il sito vanta due aree: la necropoli che si estende oggi nel territorio di Sortino, Cassaro e Ferla; e l’Anaktoron: il Palazzo del Principe, oltre a tracce dell’età bizantina. L’area è attraversata da due sorgenti d’acqua, l’Anapo e il Calcinara, che la rendono ancora più suggestiva con il suo paesaggio di rara bellezza. Quarantesimo sito d’Italia e quinto della Sicilia ad essere iscritto nella World Heritage List dell’Unesco, quello aretuseo si aggiunge nel 2005 agli altri 800 del mondo. L’iscrizione è particolarmente significativa per il fatto che la Necropoli di Pantalica rappresenta un unicum sotto il profilo culturale, crocevia di civiltà e culture di cui custodisce vestigia preziose. Attorno ad essa si sviluppa, per diversi chilometri, un’intensa area a vocazione turistica rappresentata anche dalla RNO Valle dell’Anapo. Dal punto di vista ambientale, l’intera vallata del fiume Anapo si caratterizza per significative eccellenze ambientali ed è percorsa a mezza costa da un lungo sentiero bianco che segna il vecchio tracciato della linea ferrata a scartamento ridotto Siracusa – Ragusa – Vizzini che, partendo da Siracusa, risaliva la valle, giungendo alla stazione di Sortino Fusco, di Pantalica, di Cassaro – Ferla, di Palazzolo Acreide e di Buscemi, per poi proseguire fino a Ragusa.
Pantalica, esplorata da Paolo Orsi fra la fine dell’800 e i primi anni del ‘900, custodisce circa 5000 tombe, riunite in 5 necropoli. Elemento fondamentale della civiltà di Pantalica è l’Anàktoron, il palazzo del principe, realizzato in tecnica megalitica, simile ai coevi palazzi micenei. Il sito è stato abitato da diverse popolazioni sin dal periodo preistorico ed utilizzato dai Bizantini per sfuggire al pericolo arabo. Il nucleo più importante sorge sul lato meridionale della Sella di Filiporto e consta di 150 unità abitative; qui si rinviene la chiesa di San Micidiario che, insieme alla chiesa del Crocifisso e a quella di San Nicolicchio, testimonia l’importanza di questo luogo agli inizi del VII sec d.C. Alle necropoli e ai tre abitati bizantini vi si accede, o dal piccolo centro di Ferla, dopo 11 km di percorso, o dal versante opposto, lato Sortino.